Forte di Exilles
Le vigne arroccate sui bastioni
La viticoltura praticata ad Exilles ha caratteri tipicamente montani: in base ai dati reperiti(*1) le vigne più basse si trovavano intorno ai 720 m di quota, mentre quelle a quote maggiori arrivavano a poco meno di 1200 m (1180 m); numerosi e diffusi erano i vigneti posti a quote superiori ai 1000 m. Nonostante questi dati sfavorevoli (per ciò che concerne l’aspetto podologico e climatico), i vigneti di Exilles consentivano di soddisfare il fabbisogno di vino sia del borgo sia del circondario, arrivando addirittura a produrne in esubero, in modo da destinarne parte alla vendita. Una delle più importanti destinazioni del vino prodotto era probabilmente il Forte, con le sue guarnigioni e con le maestranze impiegate nei lavori di costruzione decennali e nei lavori di ricostruzione.
Le origini storiche di Exilles sono celtiche e la sua posizione geografica è sempre stata considerata strategica sotto il profilo militare. Il primo nucleo fortificato risale al 1155 quando i conti d’Albon esercitavano il loro controllo sulla strada per il Monginevro. Fra le vicende storiche che hanno segnato la vita di questa imponente costruzione va ricordata la sua totale distruzione compiuta dai francesi, in seguito al trattato di Parigi del 1796, e la sua ricostruzione, realizzata tra il 1818 e il 1829, che ha conferito l’aspetto odierno (sulla falsariga del suo assetto settecentesco, ma aggiornato con le tecnologie militari dell’Ottocento).
Anche dopo il passaggio ai Savoia, le presenze al Forte si sono mantenute cospicue, sia per la presenza dei magazzini militari che per l’insediamento del battaglione Exilles del III Alpini. Nella seconda metà dell’Ottocento nel capoluogo v’erano quattro cantine attive e vari autori raccontano dei commerci realizzati con il forte e non solo. In non pochi posti si svolgeva una viticoltura addirittura “alpinistica” con terrazzamenti su pendii ripidi, rocciosi e sassosi costituiti da alti muri a secco che sovente non sostenevano se non una esile striscia di terra per ospitare un unico filare addossato a sua volta al muro del terrazzamento sovrastante o con piantamenti tra balze rocciose. Come riporta il Casalis:
<<Nei siti bassi trovansi castagni, noci e pomi. Le falde delle montagne sono coperti di viti, le quali vi allignano assai bene mercé ti terra trasportata: i vigneti sono fiancheggiati da muracciuoli costrutti con pietre soprapposte le une alle altre senza cemento. […] Nel 1526 gli abitanti di Gels ricorsero all’aiuto […] affinché si potessero raccogliere le acque derivanti dai ghiacciai dei monti della Savoja, e mercé di essi questi sciagurati alpigiani avessero il facil mezzo d’innaffiare i loro poderi>>.(*2)
(*¹) “M. Di Maio “Avënā, Biquèt, Nibiò, Müscat… Vigne, vendemmie e vini nell’Alta Valle della Dora Riparia” Valados Usitanos (*²) “Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna compilato per cura del professore Goffredo Casalis” Volume 6
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l’Europa investe nelle zone rurali Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 - Sottomisura 16.4