I Balmetti
Balmetti -da balma, cioè “grotta” o “luogo incavato nel monte”, secondo l’antica lingua ligure- appaiono, ad uno sguardo poco attento, come un gruppo di baite e di antiche cascine, le une vicine alle altre e addossate alla montagna.
In realtà queste strutture che si estendono a nord di Borgofranco di Ivrea per quasi 500 metri, formano un nucleo di case a sè che costituisce un villaggio apparentemente abbandonato. E nascondono un segreto: al loro interno, per una serie di concatenazioni geonaturali, si crea un fenomeno particolarissimo, un fresco venticello esce di continuo dalle fenditure del terreno.
In questa zona, anticamente vocata alla coltivazione della vite, tale fenomeno è stato visto, dagli avi degli attuali abitanti, come un’opportunità ed un aiuto nel produrre il “nettare di Bacco”. Pensarono pertanto di costruire intorno agli orifizi naturali una serie di cantine di utilità eccezionale per una resa ottimale della conservazione e della maturazione del vino. Grazie infatti al soffio fresco che esce dalle “ore”, queste cantine mantengono un livello di umidità e di temperatura costante (7-8°C) per tutto l’anno, proteggendo il vino e gli altri prodotti (formaggi, salumi) dal caldo dell’estate e dal gelo dell’inverno.
La struttura dei Balmetti non è semplice come appare: alle cantine addossate direttamente alle fenditure, sono stati aggiunti altri ambienti che utilizzano indirettamente il soffio delle ore; molto spesso sono anche presenti un piano superiore, per accogliere amici e parenti, ed un cortile chiuso arredato in stile rustico con tavoli e panche di pietra e legno.
Oltre alla particolarità del fenomeno ed alla sua applicazione utilitaristica, i Balmetti rappresentano un importante elemento della cultura e delle tradizioni del luogo: un censimento di circa 30 anni fa contava 267 proprietari per 213 Balmetti che si sviluppano su 292 “ore” e che danno vita ad un paese attraversato da strade, la cui toponomastica si adatterebbe bene ad un luogo fantastico: Via della Speranza, Via del Buonumore, Via della Coppa, Vico di Bacco,…
I Balmetti, che sono comunque frequentate quotidianamente, si animano soprattutto in tre momenti dell’anno: a Carnevale, alla festa dei Balmetti e durante la vendemmia.
Le radici del Carnevale (festa molto sentita in tutto il Canavese) affondano nella tradizione locale, che ai Balmetti è fatta di feste e convivi fra le tre società carnevalesche, contornati dalla musica delle bande di ottoni e tamburi. In questa occasione la festa e l’allegria, aiutate da qualche sorso di vino, aiutano l’integrazione e coinvolgono tutti.
Nella terza domenica di giugno i Balmetti si riempiono di gente e di musica durante la locale festa “Andôma ai Balmit”, una kermesse che ha già compito 35 anni e che, ad ogni edizione, si arricchisce ulteriormente di eventi per far sì che la gente scopra o riscopra questi luoghi ricchi di storia e tradizione. La festa, ricca di avvenimenti e proposte gastronomiche, musicali, danzanti e folkloristiche, permette di conoscere queste cantine naturali anche attraverso visite guidate.
Infine la vendemmia, periodo che riporta all’utilizzo originario dei Balmetti, è una stagione che vede animarsi vie e cantine con i lavori della raccolta dell’uva e della produzione del vino locale che sarà il centro dei festeggiamenti nelle successive occasioni di festa tra parenti e amici.
Oltre a questi tre momenti, in cui i Balmetti sono condivisi con la collettività, bisogna comunque ricordare che “Andôma al balmit” è un’espressione comune per indicare un momento di festa e allegria, accompagnate da toma e salam dla doja insieme ad un ottimo vino DOC, bianco e rosso prodotto dai viticoltori locali.
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