Le “crote” di carema
Alla scoperta di tesori nascosti
Carema è il capolinea del Piemonte: nel passato era l’ultimo avamposto romano sulla strada per le Gallie ed era una “mansiones”, cioè sede di una guarnigione militare e di una dogana. Secondo alcuni studiosi il suo nome deriverebbe dalla distanza da Aosta; secondo altri deriverebbe da “cameram”, per l’appunto, dogana.
Intorno al paese si erge un’imponente serie di terrazzamenti adibiti a coltivazione della vite: l’insieme offre scorci di grande suggestione con le sue case di pietra addossate le une alle altre, imbiancate a calce e attraversate da strette viuzze punteggiate da fontane di pietra.
Il paese è strettamente interconnesso con i suoi poderosi terrazzamenti, studiati per conservare il calore del terreno all’interno dei filari di vite. L’architettura è tuttavia diversa da quella di altre aree terrazzate, per la presenza delle colonne troncoconiche (pilun) in pietra e calce che poggiano sui muri di contenimento laterali e posizionate a intervalli regolari di 3 m l’una dall’altra. La struttura è completata dalla sovrapposizione di quattro diversi ordini di travi, posizionate una sull’altra e perpendicolarmente tra loro, che vanno a costituire il sostegno (topia) ai tralci del vitigno Nebbiolo. Percorrendo i sentieri lastricati e scalinati si può accedere alle terrazze.
Il paese, visto dai terrazzamenti, forma un tutt’uno con il reticolo vitato, dato che è costruito dallo stesso materiale (pietre e calce) ed è percorso dai sentieri che avvicinandosi al borgo diventano strade e vie. Tale conformazione permette di raggiungere facilmente i filari di vite e di portare le uve nelle cantine, oltre che di raggiungere i boschi di castagni per procurare il legname funzionale alle pergole.
“Da noi, l’uomo di valore, come il vino prelibato, schiva ogni pubblicità: vuole essere scoperto e conosciuto in solitudine, o nella religiosa compagnia di pochi amici” (Mario Soldati, “Vino al vino”) e, in effetti, servono queste qualità per apprezzare le perle enologiche della conca di Carema.
Tuttavia c’è un momento dell’anno in cui il borgo di Carema perde la sua riservatezza e si veste dei panni della festa: ciò avviene a fine settembre, durante la Festa del vino e dell’uva che richiama migliaia di visitatori e rappresenta il clou di una serie di iniziative legate ai suoi secolari vigneti. Durante la festa si può partecipare al concerto dei vigneti, alla corsa dei vigneti, a tavole rotonde incentrata sul tema, alla particolare cena itinerante Andar per cantine antiche con le visite nelle vecchie crote.
Questi ultimi gioielli architettonici in pietra di tradizione millenaria, sono pronte ad offrire degustazioni di vini e di grappe piemontesi a chi ama scoprire lo straordinario prodotto della cultura enologica piemontese.
È una festa che apre tradizionalmente il periodo della vendemmia, che profuma di cibi genuini e che rappresenta per Carema una preziosa vetrina del territorio e della produzione enologica locale.
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Oltre 600 km di perle paesaggistiche tra piccoli borghi montani, vigneti alpini, castelli e fortezze, chiesette romaniche, residenze reali.
FEASR: Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale:
l’Europa investe nelle zone rurali Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 - Sottomisura 16.4